Dal 27 al 29 novembre, non perdetevi questa mostra collettiva che ospita anche un nostro caro socio, che ci ha lasciati ma che è sempre presente nei nostri ricordi e nei suoi bellissimi acquarelli.In ricordo di Luigi Pavolini, vi aspettiamo
lunedì 26 novembre 2018
MOSTRA COLLETTIVA DEI PITTORI DI MARINA
domenica 14 ottobre 2018
Abbasso il Tango e Parsifal! Wagner in Ital
Istituto Italiano di Studi Germanici
domenica 13 maggio 2018
PREMIO VIVI VEJO 2018 AL CROCETTI
mercoledì 9 maggio 2018
domenica 21 gennaio 2018
FESTIVAL DI DANZA SPAGNOLA E FLAMENCO
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sabato 8 luglio 2017
Diocleziano all'Opera
Diocleziano all'Opera Terme di Diocleziano |
Le più celebri arie del grande repertorio classico raccontate da Giovanni Bietti con gli artisti di "Fabbrica" - Young Artist Program del Teatro dell'Opera di Roma Lunedì 10 luglio ore 21.00 L'Opera è...Amore Lunedì 17 luglio ore 21.00 L'Opera è...Turbamento Lunedì 24 luglio ore 21.00 L'Opera è...Astuzia Lunedì 31 luglio ore 21.00 L'Opera è...Follia |
Modalità di partecipazione: Ingresso gratuito ai concerti con il biglietto del Museo Nazionale Romano fino ad esaurimento posti Info e prenotazioni: +39.06.399.67.70 www.coopculture.it |
Terme di Diocleziano, ingresso concerti viale E. De Nicola 79, Roma |
giovedì 27 aprile 2017
IL VIAGGIO DI ENEA
di Olivier Kemeid dall'Eneide di Virgilio
regia Emanuela Giordano
Audiodescrizione a cura di isiviu
domenica 7 maggio ore 17,00 teatro argentina in largo torre argentina. INGRESSO GRATUITO
durata 90 minuti
con Fausto Russo Alesi
e con Alessio Vassallo, Carlo Ragone, Roberta Caronia, Valentina Minzoni, Giulio Corso
Antoinette Kapinga Mingu, Emmanuel Dabone
il coro Simone Borrelli, Lorenzo Frediani, Giulia Trippetta
scene Francesco Ghisu
costumi Cristina Da Rold
disegno luci Giuseppe Filipponio
ricerca sonora a cura di Tommaso Di Giulio
aiuto alla regia Tania Ciletti
produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale, Centro d'Arte Contemporanea - Teatro Carcano
IL VIAGGIO DI ENEA è il racconto poetico delle migrazioni. Migrazioni per le guerre, per la fame, per la ricerca del benessere intravisto da lontano. È una storia familiare, quella di Olivier Kemeid, e una riscrittura moderna, ma comunque fedele del classico di Virgilio, in cui l'autore proietta le vicende di suo padre e della sua famiglia, emigrata dall'Egitto al Canada con mille peregrinazioni e molteplici difficoltà alla perenne ricerca di un mondo migliore, attraverso personaggi e luoghi del mito di Enea.
Olivier Kemeid ha riconosciuto nel racconto di Virgilio la storia di suo padre, che è la storia dell'uomo, in fuga dai disastri dell'esistenza. Dal latino, al francese, all'Italiano odierno il mito compie il suo viaggio di ritorno offrendo nuove riflessioni. L'Enea di Virgilio supera le insidie del viaggio grazie alla divina materna benevolenza. L'Enea di Kemeid, che pure si rifà in tutto e per tutto al racconto virgiliano, non ha santi in paradiso ed è per questo più spaventato, più stanco e meno pio. Per una volta, l'esodo biblico che cambierà il volto dell'Europa viene raccontato da chi è costretto a partire, con un ironico capovolgimento dei ruoli in cui i neri sono al posto dei bianchi e viceversa. Non c'è enfasi, non c'è retorica e nemmeno vittimismo. C'è, in primo piano, solo la necessità di sopravvivere. Enea è un giovane uomo che vive un continuo conflitto di coscienza: pensare a se o pensare anche agli altri? Sopravvivere in clandestinità o rischiare per ritrovare dignità e rispetto di se stesso? Il figlio di Enea, Ascanio, divenuto grande, riordina frammenti di ricordi così come gli sono stati raccontati dal padre. Ne ricostruisce il viaggio, i rapporti, gli amori, i dubbi, l'approdo che al momento è solo una speranza.
Quello di Emanuela Giordano è un teatro che si costruisce in scena, con i corpi e le intelligenze vive degli attori. Questo testo è quindi ancora una trama aperta, la traccia di un viaggio che si può compiere solo con attori capaci di mettersi completamente in gioco. La regista inserisce nel testo di Kemeid segni tangibili dell'Eneide di Virgilio, cercando e traducendo con asciuttezza quei versi che con più aderenza si fondono in questa moderna riscrittura. Ogni scena è così cadenzata da evocazioni dell'opera originale, rendendo più evidente il nesso tra il mito e la contemporaneità.
Non analizzare la "correlazione oggettiva" con il presente, non approfondirla, sarebbe un'omissione. Il confronto con il mito diventa così anche strumento per cogliere temi essenziali del vivere contemporaneo, che la Giordano decide di affrontare prima di tutto con gli attori coinvolti nella messa in scena, attori che dovranno fare i conti con loro stessi, senza filtri.